I medici di famiglia sono una figura fondamentale del nostro sistema sanitario, ma negli ultimi anni stanno vivendo una fase di profonda difficoltà.
La loro progressiva carenza numerica e l’inadeguatezza del modello organizzativo degli studi medici rendono necessaria una riforma urgente, anche in vista della creazione della nuova rete di sanità territoriale prevista dal PNRR. Il Sole24Ore riporta una riforma in fase di studio da parte del Governo per trovare una soluzione adeguata all’emergenza.
In vent’anni il numero dei medici di famiglia è calato di 10 mila unità, da oltre 46 mila nel 2002 a circa 40 mila nel 2021.
Le stime Agenas prevedono che entro il 2025 ne resteranno solo 36.628, rendendo sempre più complicato per i cittadini individuare il proprio medico di fiducia.
Spesso i medici sono costretti al sovraffollamento degli studi, superando il massimale di 1500 assistiti previsto dalla normativa. Si tratta di una vera e propria desertificazione, aggravata negli ultimi anni dai pensionamenti di massa.
Per invertire la tendenza, il precedente governo ha aumentato le borse per la formazione di nuovi medici, portandole da 1879 a 2779 l’anno fino al 2025, grazie ai fondi del PNRR.
Tuttavia, i ritardi nell’avvio dei concorsi rischiano di non coprire tutti i posti disponibili. L’aumento delle borse rimane una misura necessaria ma non sufficiente.
Uno dei nodi da sciogliere è come coinvolgere i medici di famiglia nel potenziamento della sanità territoriale, su cui il PNRR investe 7 miliardi di euro. Parte dei fondi serviranno a realizzare entro il 2026 oltre 1350 Case della Comunità e 400 Ospedali di Comunità, dove sarà necessario il lavoro di medici di famiglia, specialisti e infermieri.
Il Ministero della Salute sta valutando due possibili strade, che potrebbero anche integrarsi:
Rendere gli studi medici dei veri “snodi” per l’accesso ai servizi sanitari è una delle idee al vaglio. I medici potrebbero essere formati per prescrivere direttamente ricoveri, facendo accedere i pazienti ai reparti senza passare dal pronto soccorso. Tuttavia mancano le necessarie dotazioni diagnostiche negli studi, nonostante i fondi stanziati nel 2019. Le Regioni non hanno ancora avviato le procedure.
Riformare il percorso formativo dei medici di famiglia, trasformandolo in una Scuola di Specializzazione universitaria della durata di 4 anni, li renderebbe figure professionali più attraenti e complete.
L’impressionante carenza di medici di famiglia, aggravata dalla pandemia, rende non più rinviabile un intervento di riforma complessiva della categoria, sia a livello numerico che organizzativo. Il potenziamento della sanità territoriale previsto dal PNRR lo rende ancora più urgente.
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