La contribuzione volontaria permette ai lavoratori di versare spontaneamente e volontariamente contributi previdenziali per raggiungere il diritto a pensione o per incrementarne l’importo.
Vediamo in questo articolo di cosa si tratta nel dettaglio, a chi è rivolta, come funziona il versamento dei contributi volontari e come fare per presentare la relativa domanda.
I contributi volontari sono uno speciale tipo di contribuzione mediante dei versamenti che si possono effettuare volontariamente per garantirsi il perfezionamento dei requisiti necessari a raggiungere il diritto alla pensione e/o per incrementarne l’importo.
Non sono obbligatori, ma sono del tutto parificati ai contributi obbligatori, consentendo di ottenere le medesime prestazioni pensionistiche.
In particolare:
Possono versare contributi volontari richiedendone apposita autorizzazione:
Il richiedente deve avere:
I requisiti richiesti devono essere perfezionati con la contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria ad integrazione, da riscatto o ricongiunzione). Sono validi anche alcuni tipi dicontribuzione figurativa (ad esempio CIG, tubercolosi, aspettativa per cariche elettive o sindacali).
L’autorizzazione viene rilasciata a seguito della cessazione del rapporto di lavoro che determinava l’obbligo assicurativo.
Tuttavia l’autorizzazione può essere concessa anche se il rapporto di lavoro non è cessato nel caso di:
L’autorizzazione ai versamenti volontari non ha scadenza e consente di versare contributi volontari anche in tempi successivi e per periodi discontinui.
I versamenti volontari, anche se interrotti, possono dunque essere ripresi in qualunque momento senza dover inoltrare una nuova domanda, in base all’autorizzazione permanente concessa in precedenza.
È possibile effettuare i versamenti volontari per i periodi nel semestre antecedente la data di presentazione della domanda, solo se non sono già coperti da altra contribuzione.
L’importo del versamento della contribuzione volontaria è determinato dall’INPS ed è influenzato da tantissimi fattori come, ad esempio l’attività lavorativa svolta dall’assicurato, per tutti gli iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria.
Dalla loro entrata in vigore, a partire dal 12 luglio 1997, per i dipendenti ad esempio il costo sarà determinato soprattutto dal valore medio settimanale della retribuzione imponibile percepita nell’ultimo anno di assicurazione e se non ce n’è una prossima su quelle precedenti esistenti.
Per gli autonomi, invece, vengono considerati i redditi d’impresa percepiti e dichiarati ai fini irpef. Per i coltivatori diretti, invece, l’importo del versamento volontario non può essere inferiore a quanto dovuto in misura minima dai lavoratori dipendenti.
Sostanzialmente, l’importo da versare varia sia in base alla retribuzione percepita nell’anno precedente sia in base alla gestione previdenziale cui si è iscritti, che andrà poi moltiplicata per l’aliquota contributiva vigente per quella gestione.
L’INPS comunicherà l’importo e le modalità di pagamento dei contributi dovuti.
Il versamento potrà essere effettuato tramite i mezzi di pagamento indicati dall’INPS. È importante essere precisi e versare quanto dovuto entro e non oltre il trimestre successivo a quello di riferimento.
Ad esempio: Giovanni ha chiesto e ha ottenuto l’autorizzazione ai versamenti volontari e vuole versare i versamenti volontari per coprire il trimestre 01/01/2024-31/03/2024. Giovanni dovrà pagare il bollettino tra il 01/04/2024 e il 30/06/2024. Diversamente, a decorrere dal 1/7/2024 non potrà più coprire il primo trimestre dell’anno irrimediabilmente.
I bollettini sono emessi dall’INPS con periodi trimestrali che coprono: 01/01-31/03 ; 01/04-30/06; 01/07 – 30/09; 01/10 – 31/12.
Si ricorda, comunque, che è possibile coprire anche una sola frazione (multipli di 1 settimana) di ogni singolo trimestre.
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I contributi previdenziali versati volontariamente, sia per sé che per i familiari a carico, possono essere portati in deduzione nella dichiarazione dei redditi, ai fini del calcolo dell’imposta dovuta.
Ciò significa che i contributi volontari possono essere indicati tra gli oneri deducibili nel modello 730 o UNICO per ridurre il reddito complessivo, ovvero l’importo su cui avviene tassazione.
La contribuzione volontaria rappresenta un’opportunità importante per molti lavoratori di raggiungere il diritto a pensione o incrementare l’importo della stessa.
È necessario però valutare bene la convenienza economica dell’operazione, in base alla propria retribuzione, all’aliquota contributiva di appartenenza e al tempo rimanente alla pensione.
Inoltre per richiedere di versare contributi volontari è necessario presentare apposita domanda all’INPS.
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